Le pensioni tornano ad aumentare: tutte le novità.

Ai fini di rendere il più chiaro possibile i recenti cambiamenti in tema di pensioni, riporto di seguito un breve prospetto a riguardo .

Innanzitutto dal 2018 il giorno di accreditamento dell’assegno pensionistico sarà il primo giorno bancabile, fatta eccezione per il solo mese di gennaio, in cui verrà pagato il giorno 3.

A partire da gennaio 2018 inoltre, gli assegni pensionistici seppur in modo non eclatante torneranno ad aumentare, come riportato in questi giorni dal rapporto Istat. Lo faranno proporzionalmente e lo faranno, dopo 2 anni di blocco, con TASSO DI RIVALUTAZIONE IN BASE ALL’INFLAZIONE, per effetto cioè della cosiddetta perequazione automatica, consistente nell’aggiornamento dell’assegno sulla base dei dati Istat.

Nello specifico gli aumenti 2018 dovuti al tasso di rivalutazione saranno:
• pari all’1,1% per le pensioni fino a 3 volte il minimo, cioè fino a 1.522,23 euro mensili;
• pari all’1,045% per le pensioni di importo da 3 a 4 volte il minimo, cioè fino a 2.029,64 euro mensili;
• pari allo 0,825% per le pensioni di importo da 4 a 5 volte il minimo, cioè fino a 2.537,05 euro mensili;
• pari allo 0,55% per le pensioni di importo da 5 a 6 volte il minimo, cioè fino a 3.044,46 euro mensili;
• pari allo 0,485% per le pensioni di importo oltre 6 volte il minimo, cioè oltre 3.44,46 euro mensili.

Gli aumenti della Pensione di reversibilità andranno di pari passo con le altre pensioni, mentre le riduzioni verranno applicate in minor misura. Nel dettaglio:
• 25% se il reddito prodotto dall’avente diritto supera 3 volte il minimo, cioè i 1.522,23 euro mensili;
• 40% se il reddito prodotto supera 4 volte il minimo, cioè i 2.029,64 euro mensili;
• 50% se il reddito supera 5 volte il trattamento minimo, cioè i 2.537,05 euro mensili

AUMENTANO inoltre L’ASSEGNO SOCIALE , IL TRATTAMENTO MINIMO e LA PENSIONI DI INVALIDITÀ o “assegno di assistenza”.

Gli aumenti attualmente previsti saranno sarà in media di circa 250 euro all’anno e riguarderanno tutte le pensioni tranne quelle che superano l’importo di 3.012 euro lordi al mese.
Il risultato sebbene limitato non è scontato, proprio perché in un settore già da diversi anni in grave difficoltà e al centro di crisi e condivisibile preoccupazione.

Diventano inoltre finalmente operativi l’ANTICIPO PENSIONISTICO VOLONTARIO e l’APE SOCIAL, grazie alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio approvata  il 23 dicembre scorso.

All’ape social potranno ora accedere 15 categorie di lavoratori addetti ad attività usuranti, che saranno anche esenti dal cambio dell’età pensionabile. Con la legge di Bilancio 2018 sono infatti cambiati i requisiti per le categorie che possono accedere all’anticipo pensionistico a 63 anni a carico dello Stato. A beneficiarne sono i disoccupati di lungo corso, gli addetti ai lavori gravosi in possesso di 36 anni di contributi, i caregiver e gli invalidi dal 74% in possesso di 30 anni di contributi.

Per quanto riguarda i disoccupati, potranno accedere all’Ape social coloro che avranno perso il lavoro a causa del termine del contratto, con almeno 18mesi di contratti negli ultimi tre anni e anche chi è stato rioccupato con contratti di lavoro subordinato, di prestazione occasionale o voucher per un un massimo di 6 mesi.

Per i caregiver l’Ape social potrà essere richiesta da chi assiste e convive con un disabile, che sia familiare entro il 2° grado, con genitori di età superiore ai 70 anni o che sia affetti a loro volta da patologie invalidanti.

La pensione anticipata è legata al raggiungimento di una anzianità contributiva. Le regole per la pensione anticipata per il prossimo anno corrispondono a quelle previste per il 2017: i requisiti rimangono gli stessi. C’è la novità dei lavoratori precoci ovvero quei lavoratori che a 19 anni già avevano maturato almeno 12 mesi di contributi e si trovano in determinate condizioni.

La pensione anticipata nel 2018 si può ottenere se si possono far valere:
DONNE: 41 anni e 10 mesi di contributi (2175 settimane)
UOMINI: 42 anni e 10 mesi di contributi (2227 settimane)
PRECOCI (sia uomini che donne) in particolari condizioni: 41 anni di contributi (2132 settimane)

La pensione anticipata precoci è riconosciuta nei limiti dei Fondi annualmente stanziati e gli interessati debbono inoltrare domanda di certificazione dei requisiti per l’accesso al beneficio entro il 1 marzo 2018.

Altra novità riguarda le MAMME LAVORATRICI, che potranno beneficiare della pensione prima, grazie allo SCONTO DI UN ANNO PER FIGLIO, fino ad un massimo di 2.

Infine, sempre da Gennaio, diventa definitvo l’ALLINEAMENTO DELL’ETÀ PENSIONABILE UOMO-DONNA: 66 anni e 7 mesi nel 2018,  uguale per i lavoratori dipendenti, per quelli pubblici ed anche per i lavoratori autonomi.

I requisiti 2018 per avere liquidata la pensione di vecchiaia sono:

  • pensione di vecchiaia in presenza di contribuzione precedente al 1 gennaio 1996 (anche un solo contributo):
  • 66 anni e 7 mesi di età
  • Almeno 20 anni di contribuzione
  • pensione di vecchiaia in presenza di contribuzione solo successiva al 31 dicembre 1995 e per chi matura i requisiti nella Gestione Separata:
  • 66 anni e 7 mesi di età
  • almeno 20 anni di contribuzione
  • importo pensione non inferiore ad 1,5 volte l’assegno sociale (€ 679,50 mensili)
  • pensione di vecchiaia anticipata:
  • 63 anni e 7 mesi di età
  • almeno 20 anni di contribuzione
  • importo di pensione non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale (1.268,40 mensili)
  • pensione di vecchiaia contributiva:
  • 70 anni e 7 mesi di età
  • almeno 5 anni di contribuzione

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