Lavoro: dati positivi, populismo negativo.

I dati ISTAT ci dicono che l’occupazione è cresciuta e che sono stati creati nuovi posti di lavoro raggiungendo numeri che non si vedevano dal 1977. Eppure la gente è scontenta, e ha ragione.

Si può, si deve fare di più, ancora meglio. Continuare con costanza a lavorare a testa bassa per migliorare il Paese: è un obbligo, un dovere, che ognuno di noi dovrebbe sentire come proprio. Prima tra tutti la classe politica.

Altrettanto certo, però, è che né false promesse né strumentalizzazioni e ingigantimenti del malessere popolare sono ciò di cui i Cittadini hanno davvero bisogno.

Nel frattempo, la disoccupazione giovanile è ai livelli più bassi degli ultimi 5 anni, l’occupazione femminile è al 49,2% (il livello più alto di sempre). Si annuncia il calo della pressione fiscale e aumenta la capacità di acquisto degli italiani. Le pensioni sono salite di alcuni punti e migliorate per distribuzione, più equa. Dati inconfutabili, consultabili, in alcuni casi forse anche già percepibili. Continuiamo a lavorare per ottenere, migliorare, venire incontro a ogni bisogno e esigenza.
 
Quindi? Non stappiamo champagne. Non facciamo propaganda. Diciamo solo che amministrare un Paese, soprattutto dopo una fase di crisi nera, è compito articolato, enormemente complesso, difficile. Che impone impegno indefesso, capacità e serietà, professionalità e senso del Bene Comune prima che del proprio. Lavorare 16 ore al giorno per 5 anni di legislatura, posso dirvi che non credo sarebbe una passeggiata per nessuno. Ma è ciò di cui il Paese ha bisogno, ciò di cui i Cittadini che lo rappresentano hanno bisogno.

Certo è, che mentire agli elettori con promesse che suonano bene ma per chi ha conoscenza delle cose sono assurde e impossibili, urlare da un palco e screditare a gran voce gli oppositori con dati tendenziosi, preferire la volgarità ai passi avanti, non aiuterà. Ahimè nemmeno le persone in buona fede.

I dati di oggi sul lavoro, ad ogni modo, sono questi. Quelli che l’Italia ereditò da 20 anni di altri governi, chi ha tempo se li vada a rivedere.

Ognuno è certamente libero delle proprie scelte, responsabile verso sè e verso gli altri. Ciò che sicuramente mi sento di dire è che affidarsi ai populismi e a chi strumentalizza la negatività e non valorizza ciò che si è raggiunto di positivo, qualunque sia il suo colore, a ben vedere, non credo che lavori nell’interesse dei Cittadini, ma del proprio.

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