#Newsletter. Il 4 dicembre si sceglie per il futuro dell’Italia

Il 4 dicembre si sceglie.

Sì per cambiare semplificando e innovando il sistema istituzionale o No per mantenere le cose come sono. La riforma costituzionale è un occasione irripetibile per provare a cambiare in meglio l’organizzazione legislativa e la governance del Paese senza intaccare i principi fondanti della Carta e della nostra Repubblica nata dalla Resistenza. E a questo proposito Renzi ha promesso di tornare a Parma in tempi brevi per spiegare le ragioni del sì al referendum. A tal proposito ho trovato molto chiaro il dibattito fra il Premier Renzi e il professor Zagrelbesky che potete rivedere a questo link >  Confronto Renzi Zagrebelsky. Anche io sono a Vostra disposizione per ascoltare, confrontarmi e discutere nel merito della riforma. Scrivetemi a info@giorgiopagliari.it o sui miei canali social per dirmi come la pensate.


Gentilissimi e Gentilissime,

Voglio iniziare questa newsletter ricordardando due gravi lutti che hanno segnato il mese di settembre: la scomparsa del Presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e il brutale assassinio di una nostra concittadina, Elisa Pavarani, 39 anni appena, uccisa a coltellate dall’ex fidanzato.

Per Ciampi, sul registro delle condoglianze nella Prefettura di Parma, ho sintetizzato così il mio pensiero e il mio sentimento: “La Sua attività in Banca d’Italia, nel Governo come Ministro e come Presidente del Consiglio, poi alla Presidenza della Repubblica, è stata decisiva per le sorti del Paese. La Sua interpretazione dei suddetti ruoli è stata esemplare sotto il profilo civile ed etico, dimostrando che si può esercitare il potere nel rispetto dei principi morali e civili nonché della legalità. Grazie, Presidente.”

Per Elisa, sono intervenuto al Senato, a nome del gruppo Pd, continuando la staffetta contro l’escalation drammatica dei femminicidi e della violenza degli uomini contro le donne. In aula ho ricordato le ultime quattro donne uccise per mano di uomini che dicevano di amarle, che si sono aggiunte alle 10 ricordate il 30 giugno, quando la staffetta cominciò. E ho aggiunto, citando i dati Istat: “In Italia ogni 2,2 giorni viene uccisa una donna. Il 46,3% delle donne muore per mano del partner. La gravità delle violenze sessuali e fisiche è aumentata. Sono in crescita anche i casi di violenza assistita. E il femminicidio è quasi sempre l’estremo risultato di una serie di comportamenti violenti di lunga data”.

“Con la legge 119 del 2013 di contrasto alla violenza di genere – ho spiegato – il nostro Paese ha riconosciuto la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani e discriminazione di genere, riconoscendo che essa è figlia della relazione di potere asimmetrica fra uomini e donne. Per questo la si può prevenire, intervenendo sui fattori che la determinano. Per questo è stato proposto e approvato un piano contro la violenza sulle donne. E nel frattempo sono stati rafforzati strumenti di protezione, per garantire maggiore sicurezza alle donne minacciate. Bisogna però che quel piano venga ora pienamente attuato. Perciò ho fatto appello alla ministra per le Pari Opportunità e al Governo affinché la cabina di regia interistituzionale ne monitori l’applicazione valutando i pregi e i limiti della legge 119/2013. E mi sono appellato anche ai media, affinché la si smetta di giustificare gli assassini e di colpevolizzare le donne, al Paese e agli uomini, perché sono 160 le donne uccise ogni anno e non possiamo più accettare questa mattanza”.

Sul piano politico locale ha tenuto banco l’archiviazione dell’inchiesta sulle nomine ai vertici del Teatro Regio che vedeva indagato, tra gli altri, per abuso d’ufficio, il sindaco Pizzarotti, sospeso da mesi dai capi dei Cinquestelle perché aveva tenuto nascosto la notizia. Cosa che poi hanno fatto, tale e quale, anche il sindaco e l’assessora all’ambiente di Roma, che però non sono state sospese: gran bella virtù la coerenza, non vi pare?

Il sindaco e la sua corte hanno dato fiato alle trombe dell’entusiasmo e hanno rivolto a me, che avevo sollevato il caso, pesanti attacchi, anche sul piano personale. Io ho replicato che l’archiviazione non cancella il pasticciaccio politico delle nomine e forse nemmeno quello giuridico, giacché sembrerebbe che il Gip abbia riconosciuto sia l’irregolarità della nomina dei vertici del Regio – per aver messo da parte le risultanze della selezione pubblica e aver scelto direttamente la attuale direttrice, non ricompresa nella rosa – sia la sussistenza dell’“ingiusto vantaggio patrimoniale” (art. 323 c.p.) procurato, escludendo la responsabilità penale solo per la mancanza del dolo. E ho invitato il primo cittadino, in nome della trasparenza che tanto affascina e travaglia il M5S, a rendere pubblico il provvedimento di archiviazione, per dissipare così i dubbi sulla vicenda. Finora non ho avuto risposta.

In compenso, il mio post su Facebook ha dato la stura a un’ondata di commenti pieni di ingiurie e odio politico da parte del “popolo dei trolls” grillini: persone che ad ogni rilievo o contestazione nei confronti del M5S o di qualche suo esponente (vedi il caso Roma) usano puntualmente la Rete come un’arma di diffamazione di massa, trasformando le moderne piazze dei social in un campo di battaglia dove ogni scorrettezza è consentita, dalla provocazione al turpiloquio. In diversi casi si tratta, probabilmente, delle stesse persone che, nel loro mondo virtuale, predicano la trasparenza, inneggiano alla legalità, gridano “onestà onestà”.

Per fortuna che ogni tanto arriva anche qualche attestato di stima, che fa sempre piacere e gratifica. Come l’invito alla tavola rotonda conclusiva del 62° Convegno di Studi Amministrativi, importante iniziativa organizzata dal Consiglio di Stato sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica e con il Patrocinio del Consiglio dei Ministri, che si è tenuta a fine settembre a Varenna e nella quale ho avuto l’onore di essere relatore sulla riforma della Pubblica amministrazione assieme a personaggi come il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, il presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, il professor Guido Corso, e altri. Così come mi ha gratificato la lettera del signor Giuseppe Pigozzi al direttore della Gazzetta di Parma, che scrive tra l’altro: “Il senatore Pagliari ha dato prova di essere molto preparato giuridicamente, molto battagliero, e ha un passato politico che gli ha permesso di essere sensibile nel trovare le soluzioni politiche adatte per la nostra città”. Grazie signor Giuseppe, di cuore.

Anche perché di soluzioni politiche per la nostra città è tempo di cominciare a parlare, seriamente, visto che nella prossima primavera si voterà per eleggere il nuovo sindaco. Lo ha fatto anche il premier Matteo Renzi, che con i colleghi Maestri e Romanini, assieme al presidente dell’Aeroporto e alle autorità cittadine, abbiamo incontrato l’8 settembre scorso al “Verdi”. Parlando della situazione politica a Parma, il segretario del Pd si è detto convinto che Parma “meriti un’amministrazione nuova e migliore”, e ha auspicato che il PD “possa essere protagonista con una credibile proposta alternativa rispetto a quella rappresentata dall’attuale Sindaco e dalla sua amministrazione”, sia nel caso si ripresenti “con il simbolo M5S, sia con un’immagine civica”. Per quanto riguarda i problemi della città, il Presidente del Consiglio ha garantito il sostegno del Governo per il rilancio dell’Aeroporto, il completamento della Tirreno-Brennero e il finanziamento del Festival Verdi.

Intanto a Roma io continuo con impegno la mia attività parlamentare, a cominciare dai due provvedimenti legislativi di cui sono relatore: il nuovo Codice antimafia e la nuova legge sui Servizi pubblici locali.

Ci aspetta un autunno intenso, di lavoro e passione. Confido che potremo percorrerlo insieme.

A presto,

Giorgio

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