Carissime Studentesse e Carissimi Studenti

Parma, 13 maggio 2020

Carissime Studentesse e Carissimi Studenti,

a causa degli anni (purtroppo e irrimediabilmente) accumulati, oggi è il giorno della mia ultima lezione come professore ordinario, cioè è l’ultimo giorno nel quale mi è dato di svolgere il mio lavoro preferito: l’insegnamento.

Devo dire che è stato un lavoro che mi ha regalato anche tante gratificazioni umane perché il rapporto con i frequentanti è sempre stato foriero di vere cordialità, che si sono mantenute anche nel tempo.

Un esempio valga per tutti: nel giorno in cui è diventato Tenente dei Carabinieri, un ex-studente di diritto processuale amministrativo mi ha mandato la foto del giuramento corredata da un pensiero di ringraziamento.

Di tutto ciò sono grato a Voi, anche se le vicende di questo tempo ci hanno impedito di completare la reciproca conoscenza tramite le decisive lezioni frontali, e con Voi, idealmente, a tutti coloro che hanno frequentato i mie corsi a Parma e a Modena.

Ed è proprio a Voi, che voglio dedicare questi ultimi momenti da professore.

Le incertezze di questo tempo hanno ulteriormente aggravato lo scenario e reso complicato guardare al futuro con ottimismo.

Questo è stato un problema anche per altre generazioni: basti pensare, per esempio, alla gioventù del periodo dopo la seconda guerra mondiale.

Aveva davanti macerie e miseria; poteva lasciarsi dominare dal pessimismo più profondo e restare inerte. Al contrario, ha saputo costruire il proprio futuro (e a porre basi solide per quello delle successive generazioni) con l’ottimismo della volontà.

A Voi si presenta davanti la stessa responsabilità.

Sono sicuro che riuscirete nell’impresa se nessuno di Voi rinunzierà a perseguire le proprie aspirazioni e le proprie mete, cioè se nessuno di Voi metterà da parte la propria ambizione, intesa come tensione a costruire – e non a subire – il proprio futuro. Non è semplice nel clima attuale, lo so, ma l’esperienza personale mi spinge a dirVi che l’alternativa è peggiore, che per Voi e per i Vostri affetti presenti e futuri dovete essere positivi, mai dimenticando quel vecchio detto latino “per aspera ad astra” (“attraverso le difficoltà fino alle stelle”). E (consentitemi l’inciso) le stelle, cioè il successo, non è la prima pagina, ma è riuscire ad essere se stessi, a nulla rilevando che questo voglia dire essere una persona anonima o una “da copertina”, un grande avvocato (per stare nel campo di noi “giureconsulti”) o un avvocato delle cause perse.

Può darsi – è probabile, purtroppo – che la strada si presenti accidentata e che talora Vi sembri sbarrata: non tornate indietro!

In altri termini, “la costanza da sempre buoni frutti”, come dicevano una volta. E la costanza (la forza di volontà) è l’unica vera arma che ciascuno di noi ha per costruire il proprio futuro: io ho il mio futuro alle spalle e, pertanto, posso solo garantirVi che per me è stato così.

Forza, dunque!

Ed ora lasciatemi aggiungere un ringraziamento a questa Università, dove entrai da matricola il 1 novembre 1969, al mio maestro, prof. Franco Bassi, che alla Facoltà di Giurisprudenza ha dato lustro per circa un trentennio, al Magnifico Rettore, prof. Paolo Andrei, e ai suoi Predecessori, al Direttore di Dipartimento, prof. Giovanni Basini, e ai Presidi di Facoltà e ai Direttori di Dipartimento dei Scienze Giuridiche succedutisi in questi anni, alla Presidente del Corso di Laurea, prof.ssa Cristina Coppola, a tutti i Colleghi, che ho incontrato negli anni, e al Personale di questa Università, dai mitici Bidelli, agli Impiegati, Funzionari e Dirigenti, tutti.

Un abbraccio,

Prof. Giorgio Pagliari

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