In Italia, ogni anno, si buttano via oltre 5 milioni di tonnellate di cibo.
Cifre che suonano iperboliche per un Paese evoluto come il nostro, che certo però non è ancora all’allineato ai migliori standard di altri paesi europei
La Legge Gadda contro lo spreco alimentare, voluta dal nostro gruppo e posta finalmente in vigore durante la passata Legislatura nel settembre 2016, sta cominciando a dare i suoi frutti per contrastare questo fenomeno.
I risultati stanno arrivando, non solo grazie alla Legge e alle Istituzioni, ma altrettanto di conseguenza grazie al lavoro quotidiano dei privati, delle imprese, delle associazioni che si impegnano quotidianamente nel recupero degli alimenti in buono stato per farli arrivare a chi ne ha urgente bisogno.
Lo scorso sabato 20 gennaio sono stato a visitare il centro logistico di Banco Alimentare, la più grande realtà italiana di recupero e solidarietà in questo senso, presso l’interporto di Parma.
La consapevolezza riguardo la natura del lavoro svolto da associazioni come questa, l’importanza che esso ricopre, e quindi quali le forme di aiuto possibile, è evidente debba partire da Politica e Istituzioni, ma altrettanto non può prescindere dalla sensibilizzazione mirata sul tema, a tutti i livelli.
Il lavoro per promuovere tale sensibilizzazione tra i cittadini, nelle scuole, tra gli esercenti, è fondamentale e deve continuare, farsi ancora più forte.
La raccolta di eccedenze alimentari perfettamente commestibili ma non più commercializzabili è infatti ben lontano dall’essere semplice opera di “netturbinaggio”. Vi è in prima istanza il lavoro di redistribuzione verso i bisognosi dei generi alimentari, ma non da meno il problema è anche legato alla ridestinazione di queste risorse che finendo in discarica comportano, oltre allo spreco, grave danno per all’ambiente.
Pensare che la maggior parte dei volumi provenga dalle industrie, che con le nuove regolamentazioni stanno allineandosi sempre più numerose, sarebbe un’errore: una parte estremamente significativa, se non primaria, è infatti rappresentata dagli scarti di noi privati e degli esercizi commerciali legati alla ristorazione.
I Ministri Maurizio Martina e Dario Franceschini hanno annunciato che il 2018 sarà l’anno del cibo italiano. È evidente che cibo e sprechi non possano non essere argomenti correlati.
Da parte mia lavorerò affinché anche Parma, eccellenza italiana del food, e non solo, continui a dare il giusto esempio in queste direzioni. C’è bisogno dell’aiuto di tutti.
Qui il link a Bancoalimentare Emilia Romagna e a un’articolo de La Repubblica