Tre ospedali, un unico sistema eccellente

Alcuni giorni fa è apparsa la notizia del primo premio conferito dal Congresso nazionale di radiologia a uno studio di tecnica interventistica radiologica per l’ipertrofia della prostata, frutto di una collaborazione tra la sezione di Parma di radiologia interventistica, diretta dalla prof.ssa Cristina Rossi, e l’Unità di urologia, del dott. Umberto Maestroni.

È poi balzata agli onori della cronaca anche l’eccellenza del nostro Hub nella cura dell’ictus, grazie alle équipe del dott. Umberto Scoditti e della dott.ssa Licia Denti.

I complimenti sono d’obbligo e sinceri. Non mi sfugge che questi risultati si sommano ad altri che come ho già avuto modo di dire dimostrano qualità e potenzialità di una rete sanitaria che tutta la comunità parmense ha il dovere di valorizzare e pretendere venga costantemente spinta verso grandi risultati.

In giorni notoriamente dolorosi per le vicende legate alla riorganizzazione dell’Ospedale di Borgotaro, questa nuova conferma del valore della nostra sanità deve invogliarci a non demordere nella ricerca e nella definizione di un modello sempre più avanzato imperniato su tre presidi fortemente integrati (Parma, Fidenza e Borgotaro) e su un processo di sempre più stretta sinergia tra l’Ausl e l’Azienza ospedaliera universitaria, di cui appare sempre più opportuna la fusione, nonché di una rinnovata collaborazione con l’Università, in particolare con il Dipartimento di Medicina e Chirurgia, patrimonio irrinunciabile della nostra città.

Il momento è certamente critico, ma è pacifico che le difficoltà, se gestite e non subite, possono essere occasione di crescita. Per Parma può essere davvero così. La nostra rete, tra presidi ospedalieri e case della salute, è invidiabile anche sotto il profilo della capillarità territoriale. Quest’ultima deve essere arricchita – come accennato – da una capillarità funzionale, caratterizzata da una comune funzionalità nei servizi essenziali dei tre ospedali in un contesto di sicurezza e di diffusione delle eccellenze, pur non dimenticando le oggettive differenze tra le tre sedi ospedaliere, come in parte è già oggi.

Questo crediamo consentirà di creare, parafrasando il linguaggio usato per le strutture turistiche, l’ospedale diffuso. Un unico presidio cioè sviluppato su più stabilimenti: condizione ottimale per assicurare il mantenimento delle tre sedi, garantire sicurezza e adeguatezza delle risposte, nonché per specializzare sempre più l’offerta sanitaria parmense e l’attrattiva delle nostre strutture, indispensabile sul piano della tutela del ruolo in ambito regionale e nazionale e del mantenimento del ruolo di secondo Hub regionale.

Le assicurazioni offerte dall’Assessore regionale alla Sanità circa la riqualificazione dell’Ospedale di Borgotaro, in particolare con la previsione della terapia intensiva, mi paiono un tassello importante nella costruzione di questa prospettiva.

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