Genova. Tragedia e Sciacallaggio.

Sciacallaggio [scia-cal-làg-gio] s.m. (pl. -gi)
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fig. Mancanza assoluta di scrupoli nella diffusione di notizie, indiscrezioni e giudizi, volti a screditare o calunniare

Sciacallaggio sembra davvero la parola giusta sul piano morale, mentre su quello politico il contemporaneo imbarbarimento delle coscienze pare sempre più sconvolgente.

Sulla terribile tragedia di Genova i protagonisti assoluti sono stati i 5S, dal Premier al Vicepresidente del Consiglio, al Ministro delle Infrastrutture, tutti bravi a sfruttare tempestivamente e cinicamente la tragedia per fini politico-elettorali. Un’azione propagandistica che si commenta da sola e che rappresenta un ulteriore campanello d’allarme della pericolosissima china in cui davvero pare trovarsi l’Italia.

La revoca della concessione è stato il messaggio mediatico lanciato immediatamente dai predetti personaggi, questa volta meritoriamente bloccati dallo stesso Ministro degli Interni: fondamentale era per loro cogliere l’occasione per apparire quelli del pugno di ferro, quelli duri e puri, quelli del cambio di passo contro un passato colpevole. E allora non serviva il tempo del cordoglio per i morti, nessuna attenzione attiva per le misure di soccorso: l’importante era spararla subito grossa, additare colpevoli, annunciare soluzioni “risolutive” immediate, a costo d’infischiarsene di ogni loro fondamento giuridico o di aver definito “favolette” i rischi di crolli annunciati da chi non da oggi chiedeva la costruzione di nuove infrastrutture.

L’ineffabile avvocato Presidente del Consiglio non può non sapere che non si possono annunciare sentenze a caldo e senza processo. Ma tutti avevano di mira i sondaggi, evidentemente lui pure. E l’operazione, altroché, sembrerebbe riuscita: selfie ed osanna ai funerali di Stato.
Che immensa tristezza.

La sparata è pura demagogia per la semplice ragione che – se non si intende parlare di una revoca-recesso “in bianco” (con conseguenti super penali) – prima com’è ovvio vanno acquisiti una serie di elementi per poter escludere la causalità e/o imprevedibilità innanzitutto, poi il rispetto delle misure contrattuali che lo Stato per primo ha il dovere di garantire.
In questo contesto, chi non avesse voluto fare solo macabra propaganda, avrebbe avviato immediatamente le verifiche del caso, oltre ai soccorsi, certo anche ipotizzando la revoca sanzionatoria della concessione, ma altrettanto certamente non partendo a gran voce da alcuna conclusione. Ma tant’è: le vie della correttezza non ottengono sufficiente effetto mediatico.
E allora allo stesso modo è stata impostata l’istantanea campagna per sostenere la responsabilità dell’ex Ministro.  L’avvocato degli italiani, che ha studiato e lo sa, doveva perlomeno evitare questo (intenzionale?) equivoco elettoralmente utile: tutte le convenzioni di questo tipo prevedono infatti che il controllo ministeriale si limiti a far rispettare la dovuta osservanza degli obblighi di manutenzione ordinaria e straordinaria a carico del concessionario. Quanto alle altre ingiurie di corredo rimando infine a questo link.

Le verifiche e le perizie dovranno accertare con esattezza le responsabilità, ma l’avventurismo abbacinante dei citati membri del Governo, ne dimostra l’inconsapevolezza del proprio ruolo e la mancanza di scrupoli. Perfino Salvini (che con il governo Berlusconi da deputato votò la discussa convenzione mentre il Pd votava contro…) ne è apparso in questo caso consapevole, e ciò la dice lunga!

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