La famiglia al primo posto: nuovi aiuti concreti in arrivo

Qualcuno riesce a speculare anche sui bisogni delle persone più deboli, distribuendo falsità che influenzano l’opinione pubblica a proprio vantaggio.

Che lo si creda o meno, i tanto criticati 80 euro al mese a chi guadagna meno di 1500 euro mensili sono stati la prima vera forma di redistribuzione del reddito a vantaggio dei ceti medio bassi.

Ma bisogna andare oltre: in una famiglia senza figli, con due coniugi che percepiscono 1400 euro al mese ciascuno, arrivano 160 euro al mese; in una famiglia con tre figli, in cui lavora solo uno dei due coniugi (percependo ad es. 1600 euro al mese), non arriva nulla. Lo stesso accade per una famiglia di lavoratori autonomi. Ciò è ingiusto. Non esistono famiglie di serie A e di serie B. Per questo, oltre alla riconferma degli 80 euro per chi ne ha già diritto, proponiamo nel concreto del nostro programma una misura fiscale unica in grado di raggiungere anche gli incapienti, con assegno universale che riguarderà tutte le famiglie italiane fino a un reddito complessivo di 100mila euro l’anno, a prescindere dall’occupazione dei genitori.

Ogni famiglia riceverà così 80 euro in più al mese – quasi 1000 euro l’anno – per ogni figlio a carico, fino al raggiungimento della maggiore età del figlio. Chi avrà tre figli, di fatto, riceverà 240 euro al mese, 2880 euro annui. Si tratta di una grande operazione fiscale di sostegno alle famiglie, dal costo complessivo di 9 miliardi di euro. I cui risultati, se potuti portare a compimento, saranno tangibili e finalmente semplici per tutti. E ancora: intendiamo anche introdurre un assegno universale per ogni figlio fino ai 3 anni di età, 400 euro al mese per ogni bambino, che possano essere spesi per la retta dell’asilo nido o per il rimborso delle spese di baby-sitting.

Negli scorsi cinque anni abbiamo già esteso il congedo di paternità da 2 a 4 giorni. Il doppio. Ora abbiamo in piano di estenderlo a 10 giorni, sempre.

Aiutare i genitori a condividere insieme le gioie e le sfide non ha, infine, per noi meno importanza: oggi le mamme, dopo la fine della maternità, possono rimanere a casa con retribuzione pari al 30% dello stipendio per 6 mesi. Un’ ulteriore intervento spetterà, sotto forma di assegno per le spese di cura, anche alle donne che rientrano a lavoro. Un piano nazionale da 100 milioni di euro l’anno, per tutta la legislatura, che, se finanziato, aumenterà e migliorerà le possibilità di accesso agli asili nido.

Questi, i programmi concreti del Pd su questi temi fondamentali. Quelli di altri ancora ci sfuggono.

Per quanto fatto finora e il programma a riguardo dei sostegni famiglia, clicca QUI.

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