L’aula del Senato ha approvato, all’unanimità, il Disegno di legge, di cui sono primo firmatario, riguardante i domini collettivi, meglio noti, nel nostro territorio, come “comunalie”.
Le proprietà collettive sono molto (e più) diffuse in altre Regioni dal Trentino – Alto Adige all’Abruzzo, alla Sardegna, al Piemonte e alla Campania. È, peraltro, universalmente riconosciuta la loro importanza nell’ambito delle attività agrosilvopastorali, ma anche in quella ambientale come riconosce il codice del paesaggio e dei beni culturali.
Queste realtà millenarie trovano con queste proposte una disciplina unitaria, che l’esperienza ha evidenziato come assolutamente necessaria.
Diventa comune per tutte le proprietà collettive il riconoscimento della personalità giuridica a garanzia della loro autonomia e della loro possibilità di agire e di tutelarsi.
La parola ora passa alla Camera dei Deputati: i tempi paiono strettissimi, ma la condivisione di tutte le forze politiche può consentire l’approvazione definitiva di questo disegno di legge atteso da tempo e riguardante 1668 milioni di ettari di terreno coltivato, il 9,77% dei 17 milioni di ettari coltivati (censimento 2010).
Sono naturalmente soddisfatto non tanto per l’approvazione, sempre non semplice, di un mio Disegno di legge, per di più all’unanimità, quanto perché si tratta di una legge attesa da molte persone e associazioni di quasi tutte le regioni italiane.
Romano Ricci
25 Giugno 2017 at 6:58Era ora….quanta approssimazione sui regolamenti statuto quante interpretazioni bizzarre , spesso di convenienza, ma sopprattutto quanta interferenza politica.
ora il rispetto delle regole” GUIDA…..”che in tempi lontani persone intelligenti adottarono a tutela di un bene comune , avendone capito la ricchezza.