E’ stata presentata oggi in una conferenza stampa e depositata sia al Senato sia alla Camera la proposta di legge sul termalismo, denominata “Modifica della Legge 24 ottobre 2000, n. 323 (Riordino del settore termale) e istituzione della Giornata nazionale delle Terme d’Italia”, che mi vede come primo firmatario a Palazzo Madama mentre a Montecitorio è stata depositata dall’onorevole Edoardo Fanucci.
Il disegno di legge mira al rilancio del settore termale del nostro Paese in una più complessiva ottica di valorizzazione delle economie locali – rappresentate nel parmense dalle Terme di Salsomaggiore e Tabiano e dalle Terme di Monticelli – prevedendo finanziamenti per 48 milioni di euro l’anno nel triennio 2017-2019 e l’istituzione della “Giornata nazionale delle cure termali”.
Il settore termale in Italia conta 378 stabilimenti distribuiti tra 20 Regioni e 170 Comuni, occupa oltre 60.000 addetti (tra i diretti e l’indotto) e produce un fatturato annuo di 800 milioni di euro, che sale fino a 1,5 miliardi di euro se si considerano i servizi correlati (alberghiero, ristorazione, commercio). Parallelamente, le località termali rappresentano un “asset” rilevante per il sistema turistico e paesaggistico nazionale (pari a circa il 5 per cento del turismo italiano), oltre che una risorsa fondamentale a disposizione del Servizio sanitario nazionale. Il termalismo italiano necessita da tempo di un riordino normativo, tanto più dopo la pesante crisi economica che l’ha colpito negli ultimi anni, con una contrazione del fatturato per le cure, nel periodo 2008-2014, di quasi il 20 per cento.
La proposta di legge è ampia e articolata. Propone, tra l’altro, l’istituzione di un “Fondo per la riqualificazione termale, con una dotazione annua di 20 milioni per il triennio 2017-2019”, e trasforma quella che fino a oggi è stata solo una facoltà in “obbligo per le Regioni e lo Stato di promuovere la qualificazione del patrimonio idrotermale, ricettivo e turistico e la valorizzazione delle risorse naturali e storico artistiche dei territori termali”.
Il Ddl prevede anche l’istituzione di un “Fondo per la sperimentazione di nuovi modelli di assistenza sanitaria, con una dotazione annua di 3 milioni per il triennio 2017-2019″ e con l’invito alle Regioni a “riservare nei propri bilanci apposite risorse per la stipula di accordi tra strutture sanitarie pubbliche e aziende termali”.
Per quel che riguarda invece le prestazioni economiche accessorie, la proposta di legge mira a consolidare anche per gli anni futuri la norma inserita nella Legge di stabilità del 2016 (in accoglimento di un emendamento dello stesso senatore Pagliari) che prevede solo “fino al 1° gennaio 2019 la corresponsione da parte di INPS e INAIL delle prestazioni economiche accessorie ai propri assistiti aventi diritto a cure termali”.
Il ddl chiarisce, inoltre, che le attività termali sono escluse dalla “Direttiva Bolkestein” sulle concessioni demaniali e prevede uno stanziamento di 15 milioni di euro annui per il triennio 2017-2019 volto a favorire la “dismissione del patrimonio immobiliare termale pubblico e l’attuazione di politiche virtuose di privatizzazione finalizzate al definitivo rilancio degli stabilimenti termali ancora gestiti dagli enti territoriali”, anche attraverso un “credito d’imposta di 10 milioni annui finalizzato a sostenere la riqualificazione delle aziende termali e a favorire l’attuazione di politiche di promozione del termalismo e del turismo nei territori termali”.