Omero direbbe: l’ira funesta del pelide Federico!

Omero direbbe: l’ira funesta del pelide Federico!
Dichiara in aula e scrive su facebook che io dicevo di prendere una ben precisa candidata: ne risponderà nelle sedi opportune se non chiederà scusa pubblicamente. E’ tipico dei politicanti alla disperata ricerca del fango l’attribuire agli altri le proprie logiche e comportamenti uguali ai propri.
E’ chiarissimo infatti che ha scelto chi gli è stato detto di scegliere!
Ha chiuso una selezione pubblica, che gli doveva servire come paravento di decisione già prese e che comunque poteva consentire di scegliere persone con competenze indiscusse ed internazionali, per scegliere una persona assolutamente rispettabile ma oggettivamente priva di competenze dirigenziali e in campo lirico, al punto da doverle affiancare una consulente. La storia, purtroppo, ha fatto il giro dell’Italia e non in positivo.
Aggiunge il pelide Federico, che deve essere rimasto affascinato in gioventù da Pinocchio, che ho raccontato una “baraccata di balle”. Quali?
Con la tragicommedia di ieri il Sindaco ha cercato di evitare l’improbo compito di spiegare il perché delle sue giravolte a tutto danno del Teatro Regio, del Festival Verdi e della città. Adesso è alla spasmodica ricerca di costruire la stagione 2016 – 2017 in chiave elettoralistica, ancora una volta dimostrando la sua inadeguatezza e la sua mancanza di visione strategica.
Il problema del Teatro Regio e del Festival Verdi, infatti, non è quello di una stagione, ma di una prospettiva, che non si costruisce con le stagioni spot. Tant’è! La logica degli spot ( e non delle scelte e dei progetti) è ciò che ha contraddistinto e contraddistingue questa sindacatura, “grazie” alla quale Parma – senza l’azione anche mia e dei colleghi Maestri e Romanini – avrebbe perso, ad esempio, il Tar, non avrebbe uno dei trenta poli museali nazionali, avrebbe perso l’aeroporto e non potrebbe ultimare la Scuola per l’Europa. E i “treni” dell’area vasta e di tutte le altre partite del rilancio di Parma – compresa quella culturale più complessiva – passano senza fermarsi.
Noi parmigiani, intanto, dovremmo interessarci della guerra tra il Sindaco e Grillo. Basta!

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