Garantire equamente l’accesso agli studi universitari

Il libero accesso agli studi universitari va garantito nel rispetto dei dettami costituzionali.
È questo l’obiettivo  dell’interrogazione al Governo da me depositata nei giorni scorsi insieme agli onorevoli Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini.

Il documento evidenzia infatti alcune criticità esistenti nell’attuale ripartizione dei fondi alle università, in particolare riguardo gli studenti con invalidità, di cui non si terrebbe conto se non quando contestualmente portatori di handicap.

Una stortura conseguenza dell’interpretazione delle recenti norme da parte del Ministero.

Se infatti fino al recente passato le risorse erano destinate tenendo conto sia del numero degli studenti portatori di handicap sia di quello degli allievi con invalidità, da quest’anno si terrà in considerazione – erroneamente – solo la presenza degli studenti diversamente abili.
Il tutto è stato messo nero su bianco dallo stesso MIUR, che nella nuova scheda inviata agli atenei per censirne le esigenze e decidere la destinazione delle risorse, chiede di comunicare soltanto il numero di coloro che abbiano presentato una certificazione di handicap. In seconda battuta, e solo per questi, viene chiesto di specificare quanti abbiano presentato anche una certificazione di invalidità, e se essa sia superiore o inferiore al 66%.
Conseguenza ovvia: il numero di studenti con invalidità, ma non portatori di handicap, non verrà riportato e non sarà conteggiato.

In questo modo, sottolineiamo, “si rischia di falsare in modo importante l’attribuzione dei fondi ai singoli atenei, considerando che tale attribuzione dipenderà, in modo più o meno casuale, da quanti tra gli studenti iscritti hanno consegnato […] certificazione di handicap”.

Per questo abbiamo chiesto al Ministro di porre rimedio alla situazione, anche, se necessario, posticipando la chiusura della rilevazione a data successiva al 30 novembre e rimandando conseguentemente la ripartizione dei fondi in modo corretto.

L’equità, a volte, comincia dalla giusta interpretazione delle norme.

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